07/11/2018

Hamlili: «Abbiamo dimostrato di saper soffrire»

Dopo il blitz esterno di Acireale, ecco in conferenza Zaccaria Hamlili: «È stata una vittoria importantissima ad Acireale, abbiamo dimostrato di saper soffrire in inferiorità numerica e conquistato un successo importantissimo. L’ambiente caldo? Sapevamo che fuori casa avremmo trovato sempre situazioni del genere, siamo stati bravi, espulsione di Pozzebon a parte, a non cadere nelle provocazioni».

Dopo poche settimane in Puglia, il centrocampista ventisettenne è già entrato nel cuore dei baresi: «Fa piacere ricevere i complimenti dei tifosi, io penso solo a lavorare in settimana e a dare il massimo in campo. Sapevo del calore di Bari e dal primo giorno che sono arrivato, anche sui social, l’ho avvertito. È un aspetto importante, in casa è una forza in più da sfruttare».

Il percorso della carriera che l’ha condotto in biancorosso: «Con la Virtus Entella ho giocato il mio primo campionato tra i grandi, dopo il settore giovanile a Brescia. Ora sono sceso in D perché una chiamata dal Bari non si può rifiutare. Mi ha contattato mister Cornacchini direttamente, l’ho avuto ad Ancona e facemmo un grande campionato. Dopo 3-4 giorni dalla sua chiamata ero già a Roma in ritiro, ho avuto subito idee chiare. Il mister mi tratta con stima e fiducia, è un buon allenatore e una grande persona, diretta, doti rare nel mondo del calcio».

Sul ruolo: «Negli anni ho giocato a due a centrocampo, mezzala e davanti alla difesa. Non ho preferenze, faccio decidere il mister».

Una sinergia totale con i compagni di squadra e di reparto: «Langella e Piovanello? Sono giovani che gli altri non possono permettersi, sono convinto che a Bari faranno un grande percorso di crescita. Brienza? Avere giocatori così forti in squadra non può che farmi migliorare settimana dopo settimana. Anche con Bolzoni ci troviamo benissimo, ci copriamo a vicenda».

Ottime prestazioni, manca ancora il gol… «Speriamo arrivi presto, non è un’ossessione, tocca ad altri segnare».

Il mediano racconta le sue radici e sul filo che accomuna Bari e il “suo” Marocco…: «La mia nazionalità? I miei genitori sono marocchini, ma non rinnego le origini, sarebbe folle. Sono stato convocato una volta nella rappresentativa di Lega Pro, il Marocco non mi ha mai cercato. Neqrouz? Lo conosco di nome, mio padre che segue molto la nazionale marocchina me ne ha parlato».

L’idolo di sempre e i paragoni altisonanti: «Sono juventino e Pirlo è stato il mio idolo da ragazzino. Ma lui ha altre caratteristiche. Sono un giocatore al quale piace sacrificarsi e dare una mano ai compagni. Paragone con Allan? Grande campione, è un po’ eccessivo paragonarmi a lui. Ammiro anche Vidal e Kantè, mi piacciono i giocatori che danno una mano».

Grintoso in campo, taciturno all’esterno: «Fuori dal campo sono tranquillo e timido, frequento molto Feola, Neglia, Bolzoni, Bollino, guardo le serie tv, mi piace rilassarmi a casa. In campo poi metto la grinta che serve».

Il Bari è primo da solo: «Dobbiamo dare continuità alle vittorie, ma pensiamo partita dopo partita. Domenica non sarà facile. Dipenderà da noi e dal nostro approccio. Gli altri faranno come sempre la partita della vita, se noi approcceremo come sapremo faremo bene».

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