05/12/2018

Bollino: «Voglio essere protagonista di questo Bari»

Primo sigillo in maglia biancorossa e corsa liberatoria per “ringraziare” Gianni Picaro, il team manager, che gli aveva “predetto” il gol.

Mauro Bollino non nasconde la gioia nella conferenza stampa infrasettimanale: «Gianni prima di entrare mi ha detto “entro dieci minuti verrai a darmi un bacio in fronte”, ne sono passati di meno e ho fatto gol, è stato giusto correre per andare ad abbracciarlo. Il gol lo dedico alla mia famiglia e alla mia compagna, che mi ha sopportato nell’ultimo periodo in cui giocavo meno. Questo gol significa tanto, mi mancava. Non sono un attaccante puro, ma mi serviva, è liberatorio. È un segnale al mister dopo le panchine ripetute, è il frutto di tutto il lavoro fatto fino a oggi. Sapevamo che era una partita importante con la Nocerina, ma l’abbiamo archiviata. Abbiamo un altro filotto, pensiamo partita per partita, siamo la squadra da battere».

La rete è arrivata con una conclusione mancina: «Sì, il sinistro è il mio piede naturale, ho calciato una prima volta ed è stata rimpallata, ho ribattuto di prima ed è andata bene».

Il fantasista siciliano allontana ancora una volta le voci: non è mai esistito un “caso Bollino”.
«I casi nascono quando sorge qualcosa da ambo le parti. Non è successo nulla tra me e il mister, ci alleniamo sempre a porte aperte, tutti possono vedere tutto. Ho letto anch’io qualcosa a riguardo, ma davvero erano solo scelte tecniche. Non giocavo perché il mister pensava fosse giusto così. Domenica ho fatto solo il mio lavoro. Con questa prestazione spero di trovare più spazio. Voglio essere protagonista di questo Bari, che vincerà il campionato e compirà la risalita. Anch’io mi sono chiesto perché non giocavo, e mi sono risposto che siamo primi a più sei, questa è l’unica motivazione».

Un gol come viatico per il futuro: «Io spero di mettere in difficoltà il mister non solo per la segnatura, ma per la settimana di allenamenti. Non è solo il gol della domenica, lo metti in  difficoltà con qualità e quantità costanti. Ci sono tante componenti».

Ad esempio, l’eclettismo: «Posso giocare a centrocampo, sono a disposizione, ho fatto la mezzala, il play, mi metto a disposizione, posso farlo. Nasco come trequartista, mi piace tantissimo farlo, nei settori giovanili l’ho sempre fatto. In Lega Pro, invece, spesso sono stato impiegato come esterno d’attacco a destra».

C’è spazio per i ricordi: «Imparagonabile giocare con Brienza. Facevo il raccattapalle quando lui giocava a Palermo. A volte poi sono stato aggregato alla prima squadra e ho svolto anche un ritiro con lui. Era il mio idolo quando giocava a Palermo. Con questa di Bari, è la seconda volta che ho il piacere di giocare con lui».

L’attenzione, ora, è a tutto quello che verrà: «Gli anni precedenti in C li lascio alle spalle. Me li porto dietro, ma li dimentico, devo dimostrare tutto ogni giorno e in ogni anno calcistico. Qui c’è gente in rosa che ha fatto la B e la C, nessuno è prima o seconda linea. Il mister fa le sue scelte in base alla settimana. Non mi sento una seconda scelta, così come i miei compagni. È bello così, perché il mister ogni settimana è in difficoltà».

Bari e la Puglia nel destino: «Sono affezionato alla vostra terra. È la quarta piazza dove gioco in Puglia. Bari mi ricorda tanto Palermo, vai in centro ed è bello, vai sul mare ed è bello. Anche prima del gol i tifosi mi fermavano per strada. A me piace, ma mi piace di più stare con i bambini che giocano a calcio per strada e non smanettano sui telefoni. Sono un ragazzo semplice, convivo, amo i cani e ne ho uno, mi piace tanto andare a pesca, a Bari sono nel posto giusto».

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