27/10/2018

Cornacchini: «Le pressioni sono positive, chi le soffre probabilmente non è da Bari»

Due pareggi con sapori diversi, quelli con Turris e Marsala. Adesso tocca al Locri, che tallona a un punto i biancorossi. Giovanni Cornacchini non si scompone: «Giochiamo in D e c’è anche questo. Grande rispetto per il Locri che sta facendo benissimo, noi possiamo fare meglio rispetto alle ultime uscite. Non sono preoccupato».

I calabresi hanno smania da vendere.
«Per gli altri è facile approcciare queste partite. Le difficoltà le troveranno sul campo, perché noi siamo arrabbiati. Dobbiamo assolutamente vincere e far vedere di che pasta siamo fatti, sarà difficile per loro. Ho sentito qualche intervista del loro allenatore, fanno bene a dire di volersela giocare, può starci poi di perdere al “San Nicola”. Il Locri ha un entusiasmo incredibile, giocatori veloci davanti, devi fare attenzione quando costruisci a non sbagliare le palle banali, perché puoi soffrire le loro ripartenze. Noi dobbiamo vincere e quindi dobbiamo fare la partita. Ci sono squadre attrezzate per vincere che non vanno alte da affrontare, ma non può essere il caso del Bari. Con i nostri giocatori importanti, dobbiamo imporre il nostro gioco, migliorando perché abbiamo margini di crescita importanti. Domani avremo un atteggiamento tosto, aggressivo, deve essere così. Rispetto per il Locri, ma dobbiamo essere presenti da subito nel match».

La doppia X non deve spaventare:
«Sto pensando a tutto, le mie valutazioni le faccio per ciò che vedo durante la settimana. Ho la fortuna di allenare giocatori bravi, sono loro che devono dare delle risposte importanti sul campo, lo stanno facendo tutti insieme con qualche normale difficoltà. Possono giocare veramente tutti. Defezioni? Fanno parte del percorso, era impossibile che da qui alla fine non ci fossero infortuni. Faremo fronte anche a questo con la massima serenità, i giocatori ci sono. A destra giocherà Turi. La preparazione corta estiva è un dato di fatto, ma sono sereno, faremo ciò che dovremo fare. È normale che se fossimo partiti coi tempi giusti qualche vantaggio l’avremmo ottenuto. Sappiamo che la società è stata rilevata in piena estate, sono tutti passaggi che dobbiamo affrontare. Le pressioni sono positive, della piazza, della città, dei giornalisti, della società, tutti pretendono tanto. Questa settimana, la società è stata molto presente, per me è una cosa positiva. Giocare in un ambiente senza pressioni è impensabile per me. Le pressioni sono positive, chi le soffre probabilmente non è da Bari».

Qualche accorgimento, tuttavia, è stato adottato.
«Abbiamo aumentato i carichi di lavoro e cambiato un po’, dando molta più intensità e curando dei dettagli che servono. Abbiamo stimolato l’ambiente e lo spogliatoio, cercando di motivarlo. Se ripenso alla partita di domenica, abbiamo affrontato una squadra che rispetto noi era più assatanata. Era giusto intervenire come si è fatto. Se hai qualità e non hai il nerbo, non vinci».

Si discute di Brienza, utilizzato apparentemente con il contagocce.
«Brienza non è un giocatore da D, è a livello di Serie A, ha una visione del calcio molto alta. Ci dobbiamo adattare a lui, è molto forte, senza nulla togliere agli altri. Io tratto tutti nella stessa maniera, ma Brienza va tenuto per le qualità che ha. Se c’è o non c’è, in campo si vede nella qualità del gioco. Non ho mai pensato di non farlo giocare. Mi confronto con lui. È migliorato molto fisicamente, sono contento. In un campo come quello di domenica, qualche problema poteva averlo anche lui. Ha avuto un piccolo problema al ginocchio, si è aggregato al gruppo solo a metà settimana scorsa, a Marsala non aveva i 90 minuti. Ciccio è il giocatore più forte in assoluto della D, lo farei giocare anche con mezza gamba, è un ragazzo spettacolare e un giocatore professionale, ho la fortuna di allenarlo. Lui è onesto, mi dice chiaramente come sta, poi le scelte le faccio io in base a tante valutazioni. Nei 15 minuti con la Turris ha avuto tre occasioni, magari se avesse giocato mezz’ora non sarebbe successo lo stesso. In cinque minuti un giocatore può risolvere i problemi a tutta la squadra. Non è matematica. Ha lavorato sempre in maniera clamorosa, ha una forza nella gamba che altri non hanno. Solo un matto non lo farebbe giocare».

Il 2-2 di Marsala, intanto, non è andato giù.
«Abbiamo trovato una squadra con voglia di ottenere il risultato, conoscevo Tripoli, che ha fatto una partita tostissima, non lo avevo mai visto saltare così di testa. Quando dovevo affrontare una partita come quella contro il Bari, non dovevo dir nulla per motivare. Dobbiamo tenere sempre la tensione alta, non possiamo mai abbassarla. Domenica abbiamo provato a giocare, su un campo vergognoso. Il campionato è così. Sono il primo che si mette in discussione, cerco di capire dove migliorare, abbiamo stuzzicato anche a livello nervoso lo spogliatoio durante la settimana, sono convinto che domani si vedrà, anche se il calcio non è una scienza esatta. Abbiamo utilizzato degli strumenti per vedere se la condizione è accettabile. Uno fa gol col fraseggio, con una sovrapposizione, o perché se lo inventa. Ora, per esempio, Simeri è a secco per un insieme di cose. Certi giocatori stanno meno bene, Floriano è reduce da un infortunio, dipende da me cercare di portare il gruppo a un livello giusto di condizione. Siamo partiti tutti in momenti diversi. Dobbiamo lavorare e sacrificarci in tutto. Ho la possibilità di scegliere. Non sono preoccupato, sta a me trovare il meglio dai ragazzi. Questa settimana sono molto felice, abbiamo fatto degli allenamenti vedendo una fluidità di gioco, frutto della qualità e dei tempi delle giocate. Non so come andrà la partita, ma ho vissuto bene l’avvicinamento».

C’è sempre un filo conduttore: la concentrazione.
«Conosco la D, le pressioni ci fanno tenere il livello alto, tocca a me dare serenità. Non dobbiamo pensare agli altri, ma solo a noi stessi, certi passaggi di un campionato sono inevitabili. Per me la pressione di Bari è solo positiva. Senza pressioni mi ammoscio. Ho allenato squadre che erano un disastro come contesto ed io la motivazione me la trovavo da solo. Sono fatto così. Anche quando giocavo, se non segnavo stavo male».

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