06/10/2018

Cornacchini: «Devi aver l’umiltà di lavorare con la testa giusta»

Quarto appuntamento in campionato per il Bari e seconda trasferta, ancora in Sicilia. Si vola a Barcellona, sul campo dell’Igea Virtus.

Mister Cornacchini, in conferenza stampa, s’immedesima nel clima che i suoi ragazzi troveranno al "D'Alcontres-Barone": «Intanto il terreno di gioco non mi sembra molto omogeneo. Loro sono molto aggressivi. Non ti vengono a prendere altissimi, ma ti aspettano. Calciano la palla lunga per il centravanti, bravo nel gioco aereo. Cercano molto le seconde palle. Se non stai bene dal punto di vista fisico, delle difficoltà le trovi. Cercheranno di rischiare poco e di giocare la partita sugli episodi».

Il Bari, intanto, cresce senza sosta.
«Il nostro è un gruppo che si conosce ancora poco, quindi il giocare assieme aiuta a migliorare la fase di palleggio, soprattutto nei primi minuti quando trovi squadre che ti aggrediscono moltissimo. Se perdi palla, fai fatica. Le giocate fanno la differenza, è una questione di conoscenza e di tempo.  Sono passaggi fondamentali. Una squadra come il Bari non deve aver paura di nessuno o di sentirsi dare della più forte. La realtà è questa. Non deve subentrare la presunzione, il calcio ti condanna se succede. Devi aver l’umiltà di lavorare con la testa giusta. Per vincere dipende da come ti alleni in settimana e dalla mentalità. Se ti alleni al massimo, acquisisci la mentalità vincente. Se poi hai anche giocatori di qualità, vincere è la normalità. Non devi mai mollare la presa. Devi essere un martello per ripetere le stesse cose. Per me è un’occasione importante, a prescindere dall’essere confermato o meno il prossimo anno. Non vedo l’ora di arrivare al campo, devo pensare solo ad allenare. Spero che anche i calciatori si rendano conto che questa di Bari è un’occasione importante per tutti. La squadra può migliorare dal punto di vista del gioco. Ci sono sincronismi che con il tempo, e soprattutto col lavoro sul campo, verranno a galla. La squadra è forte, poi non vuol dire che migliorando vinceremo. Non è una scienza esatta. È una mia convinzione».

C’è spazio per delle riflessioni su Pozzebon, a secco dalla prima a Messina.
«Pozzebon deve lavorare per la squadra, se ti alleni a 200 all’ora e ti metti a disposizione, il gol lo fai. È questione di momenti, ma poi lo fai. L’ho conosciuto, ha ottime qualità, ci servirà anche se ora è un po’ punzecchiato, ci darà una mano. Non è preoccupato, vorrebbe come tutti giocare sempre e far gol. Non deve preoccuparsi, lavora bene, è questione di tempo, non ci sono problemi. L’abitudine a fare gol non la insegni. Puoi insegnare il movimento, non la convinzione o la voglia, fondamentale però che non subentri l’ossessione di fare gol.  So come funziona la testa dell’attaccante. Devi avere il pensiero di non aver fatto gol quando torni a casa, ma non ti devi innervosire. Devi solo avere voglia di farlo. Ho conosciuto attaccanti forti che non avevano voglia di fare gol. Sapevano far tutto, ma questo non l’avevano».

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